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I Fondamentali

Tanti saranno d’accordo con me: ci sono eventi, nella vita, che ti cambiano profondamente, come ad esempio quando arriva un figlio o affronti imponenti difficoltà. Eppure non credo sia propriamente esatta questa espressione. La verità – secondo me, ovvio – è che alcune esperienze impegnative, per quanto possano essere anche meravigliose, ti ‘costringono’, in vari modi, a lavorare quotidianamente su te stesso.
E sui tuoi limiti.
E sui tuoi progetti.
E sulla tua esistenza, punto.

La società però sembra non accorgersi di questa realtà così pregnante ed essenziale: dopotutto, solo per fare un esempio, crescere un figlio significa avere a cuore non soltanto il suo di futuro ma anche quello dell’umanità intera. Il rischio, però, è alto: perdere quel prezioso patrimonio che rappresenta la diversità di ogni persona, con le proprie qualità, vocazioni e capacità individuali.

E allora? Allora io credo fermamente che le persone – tutte – dovrebbero avere e i tempi ed il contesto giusti per potersi realizzare nel modo che più gli corrisponde, senza dover sacrificare, come spesso accade, una delle proprie anime. Ad esempio, in un’azienda che con intelligenza comprende che i risultati dell’attività lavorativa dipendono per lo più dalla possibilità di esprimersi nelle proprie varie ‘forme’ e che la performance non migliora trascorrendo 8 ore alla scrivania ma bensì lavorando per obiettivi e progetti, nonché valorizzando le singole peculiarità, ecco che Integrare il ‘ME’ nella vita di tutti i giorni ed il ‘ME’ a lavoro, diviene non soltanto possibile ma bensì eticamente strategico per la persona e per l’organizzazione.

Perché capitalizzare le proprie esperienze, al di là del ‘dove’ e del ‘come’ si maturano, significa lasciare che diventino parte di te. Dovunque e sempre.

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