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Imparare ad Ascoltar-Si e a Guardar-Si

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Imparare ad Ascoltar-Si e a Guardar-Si

‘Ma come fai a far tutto’?
Il tempo sembra essere diventato uno dei beni più ricercati eppure, ahimè, anche considerati e vissuti in modo poco attento.
Perché tanto si sa: quando sei giovane vorresti crescere e quando finalmente diventi adulto vorresti tornare indietro. Prima sogni una famiglia e poi ti rendi conto che vorresti tornare alla tua vita ‘di prima’; non sempre magari, ma nei momenti difficili – non rari, anzi frequenti – pagheresti per riavere quella spensieratezza che, ma guarda un pò, non sapevi nemmeno di avere. Io però credo che tutto ciò che sperimentiamo, nella vita, possa esserci utile, se non altro almeno per capire i nostri limiti. Essere e crescere come genitore significa avere uno specchio di fronte a noi ogni giorno. Perché questo lavoro – e lo è sul serio un lavoro – non prevede mai ferie, permessi, malattia, assenze. I nostri figli ci chiedono principalmente Amore. Ma anche attenzioni (tante), aiuto nel dare un nome ed un senso alle proprie emozioni, supporto nelle difficili fasi di crescita non soltanto cognitive ma anche emotive e comportamentali. Ma quante competenze dobbiamo avere per riuscire bene? A quali attitudini personali possiamo attingere per aiutarci? ecco: tanti pregiudizi, portati dall’ignoranza che imperversa da anni rispetto al mondo dell’infanzia, di certo non ci aiutano. L’istinto, invece, si. Come anche lasciarsi guidare, pensa te, dai bambini: loro si che sanno trasmettere il vero senso della vita. Senza giudizi, senza sfide (non ne sono capaci), senza capricci (il loro cervello non è in grado di elaborarli). Perciò impariamo a dimenticarci il modo in cui abbiamo percepito noi stessi, gli altri, il lavoro: c’è sempre un prima ed un dopo, e l’intera storia che verrà saremo noi a scriverla.

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